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Si è vero, ci è stata tolta la libertà

Si è vero, ci è stata tolta la libertà. Non possiamo uscire più del dovuto e dobbiamo rispettare delle regole ferree. In pochi giorni è cambiato radicalmente lo stile di vita di milioni di italiani. Ma aldilà di tutto, aldilà delle teorie del complotto, aldilà di questi governi di usurai e malfattori, aldilà degli assalti ai treni e ai supermercati. Aldilà di questo cazzo di coronavirus vero o falso che sia…… Fermatevi un attimo. Chiudete gli occhi e fate un bel respiro. E rispondete dentro di voi a questa domanda: ma quale libertà c’è stata tolta? Quella di correre ogni giorno verso il nulla senza fermarci un attimo. Senza avere una singola goccia di tempo a disposizione per chiederci chi siamo veramente. Traffico, mezzi pubblici, smog lavoro stressante. Immersi in rumori meccanici logoranti dalla mattina alla sera, anche durante la notte, se nel weekend si ha voglia di distrarci tuffandoci nella movida o dentro un cinema o ristorante che sia. Distrarci da cosa poi? Da uno stress settimanale innaturale immergendoci nel fine settimana in altre ulteriori illusioni innaturali? Restare fermi in casa con l’inerzia della frenesia ad alcuni fa quasi impazzire. Come i criceti quando gli togli la ruota dalla gabbia dopo mesi che ce l’hanno avuta sotto le zampe. Ma che genere di libertà ci è stata tolta? Aprite gli occhi piuttosto. Guardate il mondo reale fuori le vostre finestre. Ascoltate questo silenzio naturale che regna sul pianeta quando noi non lo intralciamo. Piacevolmente corredato dai canti degli uccelli, dall’abbaiare lontano dei cani, dai fruscii del vento, dal rumore dell’acqua che scorre da qualche parte… da un concerto di vita indescrivibile. Viviamo dentro un tempio che abbiamo dimenticato.
Li fuori c’è il mondo e il ritmo reale che abbiamo miseramente tradito.
Fino a due secoli fa, quando eravamo in gran parte contadini, vivevano questo tempio ogni giorno. Ma qualcuno e qualcosa ci ha allontanato. Rubandocelo. Mentre prima ci bastava una mela colta da un albero per essere felici adesso ci ingombriamo l’anima di assurdi e pesanti desideri. Ingabbiati in una realtà fittizia. Sempre a rincorrere la fine dei mesi quando i mesi non finiscono mai e ritornano sempre. Siamo più impauriti dalla morte che esaltati dalla gioia di vivere. Cogliete questo senso della vita ora che potete. Il tempo è l’unico tesoro autentico che possediamo.
Siamo figli vagabondi nel ventre di questa misericordiosa madre terra che dopo tutte le violenze che gli abbiamo inferto ancora ci assiste.
Ogni cosa proviene da lei e dalla generosità energetica del sole.
Ogni molecola, e ogni atomo del nostro corpo appartiene all’immensità cosmica della natura.
Ma ci hanno fatto credere che è nostra, e che possiamo farci quello che vogliamo.
Se ritornassimo tutti insieme ai desideri naturali allora sì che potremmo definirci felici e civili… vivendo nell’abbondanza. Senza servi ne padroni. Perché ciò che oggi apparentemente ci manca in queste imposizioni dei padroni non è né la libertà né la felicità. Quella c’è stata sempre accanto, siamo stati noi ad abbandonarla con le nostre stupide scelte. E oggi più cechi che mai non riusciamo neanche a vederla più. Frustrati nelle nostre condizionanti frenesie. Siamo diventati dei burattini come Pinocchio nella città dei balocchi.
E neanche facciamo più niente per riprenderci il regno che ci spetta per diritto dalla nascita.

Ernesto Melappioni

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