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Le stanze interiori

Mi sto arredando una stanza interiore dove riporre l’ultimo passato, sistemare le suppellettili, i mobili, le tendine, mettere qualche fiore
e infine chiudere la porta per entrare in un’altra realtà.
In ogni fase della vita queste stanze si aprono e si chiudono, per me ce ne sono state molte, son fatte apposta per non dimenticare e nello stesso tempo per non impedirci di proseguire nel cammino senza annichilirci o smettere di vivere, di sperare, di progredire, perché in ogni momento che vogliamo uno ci può entrare dentro, sistemare i ricordi, magari indugiare nella nostalgia, arieggiare aprendo la finestra e guardare il mondo fuori, dalla prospettiva che la vita racchiusa lì dentro ci dà.
Poi uscire, chiudere la porta, sapendo che ci possiamo ritornare ogni volta che vogliamo.
In alcune ci sono ricordi un po’ sbiaditi, in altre molto vividi, in altre ancora ricordi dolorosi o brutti.
È comunque la nostra casa, è la nostra essenza e nessuno può entrarci
se non ha la giusta disposizione d’animo, perché come dice il Piccolo Principe, l’essenziale è invisibile agli occhi, si capisce bene solo col cuore.
Le nostre stanze interiori son fatte per non dimenticare, per sistemare
i ricordi senza farcene sopraffare e una volta chiusa la porta ricominciare un’altra vita sapendo che lì dentro c’è custodita la memoria che ci ha portato fino a qui ad essere quello che ora siamo.
Trovo che sia l’unico modo per continuare a godere della vita e non rimpiangere o peggio rinnegare niente.

Giovanni Pellegrini

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